Il Digiuno

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Il Digiuno ci condurrà ad una nuova libertà
del cuore e della mente

Maria ci chiama alla preghiera, cioè all’unione con Dio, e poi al digiuno: vale a dire alla liberazione del nostro cuore dai bisogni che lo legano alle cose materiali. In questo modo il digiuno ci condurrà ad una nuova libertà del cuore e della mente. Il digiuno è una chiamata alla conversione del nostro corpo. In altre parole, è il processo attraverso il quale diventiamo liberi e indipendenti dalle cose materiali. Liberandoci dalle cose esteriori, ci liberiamo dalle passioni che incatenano la nostra vita interiore. Questa nuova libertà farà spazio dentro di noi a nuovi valori. Quindi il digiuno ci affranca da una certa schiavitù e ci rende liberi di gustare la vera felicità. Le azioni cattive di un uomo, qualunque esse siano, causano cecità!!! Se si decide di ritornare a Dio in modo radicale attraverso la preghiera e il digiuno, dette azioni, vengono a poco a poco scoperchiate e combattute fino alla completa distruzione o quanto meno alla minima attenuazione; in altre parole è come avere un male che causa dispiaceri o sofferenze fisiche e interiori, e la preghiera e il digiuno sono una medicina per curarlo. Quindi, è necessario un deciso e radicale ritorno a Dio per cambiare l’atteggiamento del nostro cuore e della nostra mente. E il digiuno facilita questo ritorno. Tutto questo dimostra che il digiuno non è fine a se stesso, ma diventa necessario per avanzare nella conversione: facendoci progredire non solo sul piano della fede, ma anche su quello sociale.

Il Digiuno ci assicura una forza dinamica.

Non è possibile un radicale ritorno a Dio senza la preghiera, la quale cresce di qualità e diventa libera quando si unisce al digiuno.
Se siamo convinti che la Vergine Maria chiede a ciascuno di noi di essere il Suo portavoce in questo mondo ateo, dobbiamo digiunare con il cuore così che questo digiuno ci assicurerà una forza dinamica. Quando iniziamo a considerare noi stessi i padroni della vita e del mondo, ed a comportarci come tali, come se non avessimo alcun bisogno di Dio, mettiamo in evidenza i segni premonitori dell’ateismo.
Il digiuno rappresenta il modo migliore per evidenziare queste predisposizioni negative del nostro cuore; esso ci aiuta a scoprire che dipendiamo dalla volontà di Dio; e comprendere meglio la volontà di Dio su di noi, significa comprendere meglio noi stessi, imparando a conoscerci dal di dentro, e, magari, scoprire cose belle della nostra personalità di cui, prima, non sapevamo nemmeno che esistessero.
Parlando del digiuno, L. Rupcic ha affermato: “La ragione ed il valore fondamentale del digiuno deve essere al servizio della Fede. E’ un mezzo semplice che permette all’uomo di dimostrare, rafforzare e dare stabilità al proprio autocontrollo. Il digiuno è la garanzia del suo abbandono a Dio, in una fede vera e sincera. Fino a quando l’uomo non è ancora padrone di se stesso( e dei suoi sensi) non po’ abbandonarsi completamente a Dio”.
Sappiamo come Gesù, nel Vangelo, chiede di pregare sempre, senza stancarsi. Purtroppo giorno dopo giorno, troviamo delle scuse e diciamo che non abbiamo tempo per pregare, o che il ritmo della nostra vita è tale da non permetterci di farlo. Il problema, però, non è nel fatto se abbiamo o no il tempo di pregare. Piuttosto se sentiamo il desiderio, la necessità di Dio, di incontrarLo nella preghiera.
Più abbiamo e più vogliamo avere; meno spazio abbiamo per Dio, e meno tempo troviamo per la preghiera. In questo modo, nella realtà quotidiana, diventiamo sempre più atei.
Pertanto crediamo, erroneamente, di poter risolvere tutti i nostri problemi, solo possedendo più cose materiali, cibo e bevande migliori. Questo tipo di comportamento e queste convinzioni escludono la possibilità della preghiera.
Il digiuno ha, come conseguenza particolare, quella di collocare le cose in una giusta prospettiva; perché solo digiunando arriveremo a capire realmente noi stessi, e a considerare la realtà che ci circonda, sotto un’ottica diversa.
Scopriremo così di non essere autosufficienti e che possedere anche l’intero pianeta non può soddisfare le necessità più profonde del nostro cuore.
In questo modo, troveremo altri fini, altri scopi, altri bisogni che, sovrapponendosi alle necessità materiali, ci guideranno lungo il cammino che va incontro al Signore!
La prima Beatitudine: “ Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei Cieli” , può essere tradotta in un altro modo: “ Beati coloro che desiderano Dio”.
Una persona che crede di essere autosufficiente e di non aver bisogno di nulla, se non di una costante gratificazione di se stesso, non è una persona povera dinnanzi a Dio! Ciò significa che, vivendo nella convinzione di non aver bisogno di Dio, non si pone neanche il problema della preghiera! Solo attraverso il digiuno, questa convinzione cade lentamente, e avvertiamo sempre di più la necessità di pregare, vale a dire, diventiamo sempre più aperti al nostro incontro con Dio.
Per questa ragione, possiamo affermare che il digiuno non può essere sostituito, anzi è indispensabile!

E , pensare che anche il più ateo di questo mondo, nonostante il suo libero arbitrio (dono di Dio) che sfocia nell’ego più profondo, agisce per volontà di Dio……A questo punto qualcuno potrebbe dire: “ Ma se si possiede il libero arbitrio, come si spiega che agiamo per volontà di Dio?” Ebbene….Io dico che su questa terra, come nei Cieli, non esiste respiro, o anima, o foglia che si muove se non per volontà di DIO!!! Il libero arbitrio, è dono di Dio per amore, cioè Dio ci ama a tal punto da far decidere a noi cosa fare della nostra vita. Ma ci avverte anche che se non seguiamo i precetti della Sua legge ( i dieci comandamenti), rischiamo seriamente di vivere nella disperazione e nella paura, non avendo la capacità di amare e perdonare.
Questo è il mistero più grande, cioè Dio ci lascia fare ciò che vogliamo della nostra vita, anche di distruggerla, ma, talvolta, Egli interviene, anche a nostra insaputa, specialmente quando rischiamo, con le nostre azioni insane, di compromettere l’ordine naturale delle cose che non rientrano nei Suoi disegni di Salvezza.

Ritornando al Digiuno, possiamo dire con forza che abbiamo bisogno di digiunare per poter crescere nella preghiera e soprattutto per poter crescere nella preghiera del cuore. In conclusione, preghiamo più facilmente quando digiuniamo e digiuniamo meglio quando preghiamo. Un vecchio proverbio dice: “ Uno stomaco pieno non ama studiare”. Il suo significato non viene alterato se lo trasformiamo in “ Uno stomaco pieno non ama pregare”.
IL VUOTO FISICO PROVOCATO DAL DIGIUNO CI AIUTA A COMPRENDERE IL NOSTRO VUOTO SPIRITUALE ED IL NOSTRO BISOGNO DI DIO!
Il profondo desiderio del Signore non è in contrasto con la dignità umana, ma al contrario la valorizza. Digiunando arriviamo a comprendere la nostra dipendenza non dai beni materiali ma da Dio, una dipendenza che non ci rende schiavi, ma, che piuttosto, ci libera!.... Ci libera dal laccio della materialità, dalla schiavitù dell’attaccamento alle cose materiali, temporanee e corruttibili, e ci lega la nostra anima alla spiritualità dell’Assoluto: Ci lega al Padre che è nei Cieli, cioè a Colui che non è materia ma è Puro Spirito, ed è Eterno, Incorruttibile ed Immutabile. Siamo stati creati da Dio, e Lui nonostante le nostre resistenze e la nostra naturale propensione a sfuggirgli, ci Ama ed è sempre presente in noi, magari in un angolino sperduto del nostro cuore, dove aspetta solo di essere almeno salutato.
Chi è con Lui si sente bene, è gioioso, è armonioso, prova sensazioni di gioia profonda dalla bellezza indescrivibile che si provano solo quando si è bambini e si sta con i genitori o si gioca spensierati con gli amici.
Chi è con Lui ascolta pienamente i Suoi consigli e i Suoi ammonimenti, proprio come un bambino ascolta il proprio genitore che agisce per il suo bene.
Per arrivare a questo dobbiamo pregare, e diventare umili e consapevoli che senza di Lui non arriviamo spiritualmente da nessuna parte, e per quanto potremmo vivere possedendo tutte le cose belle di questo mondo corruttibile, saremo sempre tristi, perché ci manca la cosa più importante: LA CAPACITA’ DI AMARE e di PERDONARE. … Purtroppo queste due cose non si potranno mai comprare sulla terra ma solo nei Cieli, umiliandosi, pregando, e riconoscendosi peccatori e completamente bisognosi dell’Amore e dell’Aiuto di Dio.
Se si riesce ad arrivare a questo, sarà più semplice incontrare gli altri, guardarli con occhi diversi e sostenerli, se hanno bisogno, sia moralmente che materialmente. E’ proprio per questo che Gesù ha voluto la festa della Divina Misericordia, attraverso Santa Faustina Kowalska; Tale festa è stata istituita da Gesù stesso per dare agli uomini una ulteriore possibilità di Salvezza. Egli dice espressamente che chi si affida con cuore umile e sincero alla Misericordia di Dio, anche se ha commesso peccati gravissimi in abominio a Dio e contro ogni valore della Dignità umana, può ottenere misericordia per i propri peccati, recitando la coroncina della Divina Misericordia, confessandosi e comunicandosi la domenica subito dopo la Pasqua. (Dal Diario di S. Faustina Kowalska edito dalla Libreria Editrice Vaticana).

La vera felicità non è nei valori superficiali, ma è da ricercare nella pace interiore, attraverso la quale l’uomo può vincere ogni difficoltà e situazione spiacevole!