L’ Essenza Dell’anima

L’ Essenza dell’Anima
William Shakespeare diceva nell’Amleto: Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte.Morire, dormire, sognare forse: ma qui é l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: é la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale? Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d'altri che non conosciamo? Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso: e dell'azione perdono anche il nome...
Sono passati oltre 400 anni da quando il drammaturgo inglese ha composto quest’opera, rappresentata migliaia di volte nei teatri di tutto il mondo in forme e modi diversi.
Quante verità in queste poche righe, quante parole che ancora oggi risuonano come macigni a dimostrazione che nulla è cambiato nelle coscienze da allora.
Dal 1600 ad oggi sono solo cambiati i luoghi, il modo di vivere, le comodità, le velocità negli scambi commerciali, la tecnologia ecc. ecc…….ma l’uomo? No!!! L’uomo non è cambiato, le coscienze sono sempre le stesse, i peccati sono sempre gli stessi, la guerra eterna tra il ricco e il povero è sempre la stessa; i malfattori sono sempre gli stessi, ma i poveri sono aumentati.
Una tragedia, quella di Shakespeare, che dipinge alla perfezione il sentimento di ognuno di noi sulla scena della vita: l’eterna lotta interiore tra il bene e il male che alberga nella nostra mente e che ci distrugge piano piano lasciando ai posteri il prosieguo.
Ora, nel 2013, qualcuno pensa che abbiamo i mezzi necessari per combattere questo stallo mondiale, ma non è cosi, e poi, quali sarebbero i mezzi necessari? La stampa, la televisione gli strumenti tecnologici? No, non sono questi i mezzi necessari per poter operare un cambiamento. L’errore più grande che si continua a fare da sempre, è proprio questo: ricercare nella materia la soluzione per sconfiggere il male. Ma io dico che la soluzione non sta nella materia corruttibile, ma nell’antimateria incorruttibile della nostra anima. Solo con la rinuncia alla corruttibilità possiamo vincere questa guerra; solo con la presa di coscienza che se lasciamo campo libero all’essenza della nostra anima, abbandonando il superfluo, possiamo sconfiggere il male e ritornare tutti sulla via del bene.
Molti non sanno nemmeno che cosa significa abbandonarsi all’essenza dell’anima, e legati come sono al loro corpo materiale, si difendono solo dalle apparenze ostili che gli si prospettano via via davanti. E questo deve essere il compito nuovo di chi ha già sperimentato questa via: quello di insegnare al prossimo il modo di accedervi. Un bagliore di luce è già arrivato, e io come tutti i Cristiani nel mondo speriamo in un cambiamento epocale. Papa Francesco potrebbe essere il primo anello di una catena lunga come il diametro della terra. E non solo i Cattolici, ma anche le altre religioni, possono unirsi a questa nuova aurora che è appena spuntata.
Solo partendo dal basso, solo rialzandoci dalla melma, possiamo ricostruire la nostra casa, e Papa Francesco è uno che ha vissuto in prima persona, e per molti anni, la sofferenza, la solitudine, la sensazione forte di morte, “La notte Oscura” come direbbe San Giovanni della Croce. Ma Francesco ha avuto fede, ha saputo aspettare, confidando nell’essenza della Sua Anima, confidando in Colui che E’, Colui che ci ha creati, che è l’Unico che ha il potere della vita e della morte, e, ha avuto ragione. Ha dato pieno mandato a Dio, e Dio non lo ha deluso. L’Argentina di cui era Cardinale è tornato ad essere un paese libero e felice, e ora è uno dei pochi paesi al mondo che gode di ottima salute sia sul piano morale che su quello materiale.
Ecco, questo significa abbandonarsi all’essenza della nostra anima, abbassare la testa e dire “FAI TU”. Bisogna solo essere pazienti e aspettare, perché l’attesa può durare molto tempo. I tempi di Dio non sono i nostri tempi; noi siamo come i bambini che vogliamo tutto e subito e davanti ai problemi vorremmo trovare subito la soluzione, o, addirittura scappare. Facendo così sbagliamo sempre e ricominciamo tutto daccapo.
Dr. Luigi Aiello Copyright 17 marzo 2013