I Tre Sacramenti: Acqua, Olio E Sale


Don Gabriele Amorth
Importanza dei tre elementi, che sono i tre sacramentali

Tra i mezzi di cui gli esorcisti (e i non esorcisti) fanno largo uso, citiamo in primo luogo l’acqua esor­cizzata (o almeno benedetta), l’olio (d’oliva) esorciz­zato, il sale esorcizzato. Qualunque sacerdote può re­citare le preghiere del Rituale per esorcizzare questi tre elementi; non occorre nessuna autorizzazione par­ticolare. Piuttosto è molto utile conoscere l’uso speci­fico di questi tre sacramentali che, adoperati con fede, sono di grande giovamento.

Già l’acqua benedetta ha un grande uso in tutti i riti liturgici. La sua importanza ci ricollega subito all’aspersione battesimale. Nella preghiera di bene­dizione si prega il Signore perché l’aspersione con l’ac­qua ci ottenga questi tre benefici: il perdono dei no­stri peccati, la difesa dalle insidie del maligno, il do­no della protezione divina.
La preghiera d’esorcismo sull’acqua aggiunge tanti altri effetti: di far fuggire ogni potere del demonio sì da sradicarlo e cacciarlo via. Anche nel gergo po­polare, se si vuole indicare due cose che assolutamente non vanno d’accordo, si dice che sono come il diavo­lo e l’acqua santa. Poi la preghiera continua sottolineando altri effetti, oltre a cacciare via i demoni: gua­rire dalle malattie, aumentare la grazia divina, pro­teggere le case e tutti i luoghi in cui i fedeli dimora­no da ogni influenza immonda causata dal pestifero satana. E aggiunge: che siano vinte le insidie del ne­mico infernale e si rimanga protetti da ogni eventua­le presenza nociva all’incolumità o alla quiete degli abitanti, affinché godano di serenità e salute.

Pure l’olio esorcizzato, usato con fede, giova a por­re in fuga la potenza dei demoni, i loro assalti, i fan­tasmi che suscitano. Inoltre giova alla salute dell’a­nima e del corpo; qui ricordiamo l’antico uso di un­gere con l’olio le ferite e il potere dato da Gesù agli apostoli di guarire i malati con l’imposizione delle ma­ni e ungendoli con olio. C’è poi una proprietà che è specifica dell’olio esorcizzato: di separare dal cor­po le avversità. Molto spesso m’è capitato di benedi­re persone che hanno subito fatture mangiando o be­vendo qualcosa di malefico. P‑ facile comprenderlo da quel caratteristico mal di stomaco che già abbiamo descritto, o dal fatto che queste persone hanno un particolare modo di eruttare o di esplodere in una for­ma di singhiozzo o di rantolo, specie in collegamen­to con azioni religiose: quando vanno in chiesa, quan­do pregano e soprattutto mentre vengono esorcizza­te. In questi casi l’organismo, per liberarsi, deve espel­lere ciò che di malefico contiene. L’olio esorcizzato aiuta molto a staccare e liberare il corpo da queste impurità. Anche bere acqua benedetta aiuta a que­sto scopo.

Qui giova dare qualche maggiore precisazione, anche se chi non è pratico e non ha visto stenterà a cre­dere a queste cose. Che cosa si espelle? Talvolta sali­va densa e schiumosa; oppure una specie di pappa bianca e granulosa. Altre volte si tratta degli oggetti più vari: chiodi, pezzi di vetro, piccole bambole di legno, fili di corda annodati, fili di ferro arrotolati, fili di cotone di vario colore, grumi di sangue... Alle volte queste cose vengono espulse per le vie naturali; molte volte vomitando. Si noti che mai l’organismo ne ha danno (ne ha invece sollievo), anche se si trat­ta di vetri taglienti. P. Candido conserva un cestello di simili oggetti, espulsi da varie persone. Altre vol­te la fuoruscita rimane misteriosa; la persona sente, ad esempio, un dolore addominale come se avesse un chiodo nello stomaco; poi trova un chiodo per terra, accanto a sé, e il dolore scompare. L’impressione è che tutti questi oggetti si materializzino nell’istante in cui vengono espulsi. Affermava P. Candido in un’intervista: «Ho visto rigettare pezzi di vetro, di ferro, capelli, ossa; talvolta anche oggettini di plasti­ca, con la forma di testa di gatto, o di leone, o di ser­pente. Sicuramente questi strani oggetti hanno un col­legamento con la causa che ha determinato la posses­sione diabolica».

Anche il sale esorcizzato giova per cacciare via i demoni e per la salute dell’anima e del corpo. Ma una sua proprietà specifica è quella di proteggere i luoghi dalle influenze o dalle presenze malefiche. In questi casi sono solito consigliare di porre del sale esorciz­zato sulla soglia di casa e nei quattro angoli della stan­za o delle stanze che si ritengono infestate.

Quel «mondo cattolico incredulo» riderà forse di fronte a queste asserite proprietà. Certo i sacra­mentali agiscono tanto più efficacemente quanto più c’è Fede; senza questa restano spesso inefficaci. Il Va­ticano Il, e con le stesse parole il Diritto Canonico (can 1166), li definisce «segni sacri con cui, per una qualche imitazione dei sacramenti, vengono signifi­cati e ottenuti effetti soprattutto spirituali, per l’im­petrazione della Chiesa». Chi li usa con Fede ne ve­de effetti insperati. So di molti mali, ribelli ai farma­ci, che sono spariti solo perché l’interessato vi ha fatto sopra un segno di croce con olio esorcizzato.
Per le case (su cui parleremo a parte) è pure effi­cace l’uso di bruciare incenso benedetto. L’incenso è sempre stato considerato, anche presso i popoli pa­gani, un antidoto contro gli spiriti maligni, oltre che un elemento di lode e adorazione alla divinità. L’uso liturgico di esso è stato ora assai ridotto, ma non ces­sa d’essere un elemento efficace di lode a Dio e di lotta al maligno.
Il Rituale contiene anche una speciale benedizio­ne sui vestiti. Molte volte ne abbiamo visto l’effica­cia su persone colpite da presenze malefiche. Altre volte è stato un test per capire se in una persona c’e­rano o no presenze diaboliche. Anche questo è utile a sapersi. Molte volte noi esorcisti siamo interpellati da persone (genitori, fidanzati...) che hanno il dub­bio che un loro congiunto sia colpito dal demonio, ma si tratta di un congiunto che non crede a queste cose, spesso è privo di ogni fede religiosa e comun­que non è disposto a farsi benedire da un sacerdote.
Come fare? Alle volte, dopo aver fatto benedire dei suoi vestiti, si è visto che, appena indossati, se li è strappati di dosso, non sopportandone il contatto. Ne abbiamo dato un esempio in precedenza. Un’al­tra prova può essere fatta con l’acqua benedetta. Ad esempio, una mamma che sospetta d’un figlio­lo o del marito, prepara per tutti la minestra fatta con acqua benedetta; o ne fa uso nel tè o nel caffè. Può accadere che la persona colpita trovi amaro, im­mangiabile quel cibo, anche senza rendersi conto del perché.
Si noti però che questi test possono essere indi­cativi in caso positivo: ossia se una persona è sensi­bile al fatto che l’acqua sia o no benedetta potrebbe essere un sintomo di una presenza malefica. Ma non si può dire il contrario, ossia non si può dire che, se uno è insensibile a questi tipi di test, sia per questo da escludere in lui una presenza malefica. Il demo­nio cerca di tutto per non farsi scoprire.
Anche durante gli esorcismi il demonio cerca di nascondersi; e il Rituale mette in guardia l’esorcista dalle finzioni diaboliche. Alle volte non risponde o dà risposte sciocche, non attribuibili ad uno spirito intelligente, quale è il demonio. Altre volte finge di essere uscito dal corpo dell’ossesso e di aver cessato di dargli ogni disturbo, sperando cosi di sottrarre l’in­dividuo alle benedizioni dell’esorcista. Altre volte po­ne i più vari impedimenti perché la persona non sia sottoposta agli esorcismi: può trattarsi di impedimenti fisici o, più spesso, psicologici, per cui la persona non va all’appuntamento con l’esorcista, se non ha qualcuno vicino che la costringa; altre volte finge i segni di una malattia, per lo più psichica, per confondere sulla realtà della sua presenza e far credere che si tratti di un male naturale; talvolta il paziente ha sogni o visioni in cui ha l’illusione che il Signore, la Madon­na o un qualche santo lo abbia liberato, e così evita di andare all’appuntamento con l’esorcista, magari fa­cendogli sapere di essere già libero.
I sacramentali indicati, oltre all’affetto specifico di ciascuno, servono anche ad allontanare almeno in par­te i vari inganni del maligno. In questo campo gl’in­ganni sono all’ordine del giorno, e occorre tanto pregare per ottenere la grazia del discernimento. Segna­lo, tra i casi più frequenti: chi ritiene di avere delle visioni, o delle voci interiori; chi si abbandona a un finto misticismo o chi si fa passare per «veggente». Spesso in questi casi, quando non si tratta di malat­tie psichiche, c’è l’inganno del demonio.
Chiudo questo capitolo con un fatto riguardante l’acqua benedetta. P. Candido stava esorcizzando un indemoniato. Il sagrestano gli si è avvicinato col sec­chiello dell’acqua e l’aspersorio. Subito il demonio si è rivolto a lui: «Con quell’acqua lavaci il tuo muso!». Solo allora il sagrestano si è ricordato che aveva riem­pito il secchiello al rubinetto, ma si era dimenticato di far benedire l’acqua.
dal libro “Un esorcista racconta”