Chi è Senza Peccato....
“Chi è senza peccato…”
Quando mi hanno chiesto di scrivere un articolo sul Sacramento della Riconciliazione, ho subito pensato a un brano biblico che potesse esprimere questa esperienza di incontro con Dio.
Mi sono ricordato del Cap. 8 di Giovanni in cui viene presentata a Gesù una donna sorpresa in adulterio. I versetti che più mi colpiscono e, senza nasconderlo, provocano in me una certa commozione, sono il 10 e l’11. Gli accusatori della donna si sono allontanati, a seguito della risposta di Gesù. “ Quello di voi che è senza peccato scagli una pietra contro di lei”. L’evangelista ci presenta al centro della scena Gesù e l’adultera. Sicuramente qui c’è stato uno scambio di sguardi tra il Signore e la donna, uno sguardo diverso cui era abituata l’adultera. Quello lì era un uomo diverso e infatti questa sua impressione ha trovato una conferma nelle sue parole. Gesù le domanda: “Donna dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. La donna si rende conto del miracolo: è stata risparmiata da una morte violenta. E’ salva! Ma non è finita perché quel Gesù la sorprende ancora una volta: egli si attribuisce un potere tipico del Dio d’Israele. Infatti, le dice: “Neppure io ti condanno. Va e d’ora in poi non peccare più”. Gesù ridona alla donna la sua dignità perduta. Il suo perdono esprime la fiducia e la speranza che Dio ci dona. Gesù dona a quella donna la possibilità di una nuova vita: “… e d’ora in poi non peccare più”.
E’ questo che avviene nel Sacramento della Riconciliazione. La confessione non è fare una lista dei peccati della settimana, del mese, dell’anno o anche di un periodo più lungo. Esso è un momento d’incontro con Gesù venuto non per condannare ma per salvare l’uomo.
Per questo al pentimento per i propri peccati, è necessario unire il ringraziamento per quello che il Signore compie nella nostra vita. E’ l’incontro con la persona a me cara, che mi perdona, ovvero dona a me la grazia che mi rende sempre più figlio di Dio e perciò a immagine del Figlio: Gesù di Nazareth.
Per questo dal Sacramento della Riconciliazione deve scaturire il perdono nei confronti dei fratelli. Nel Padre Nostro preghiamo: “… rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Ovvero perdonare come Dio ci perdona e questo significa comprendere gli altri nei loro errori. Non vuol dire giustificare o condividere alcune scelte e reazioni discutibili. La comprensione va ben oltre e ha in sé qualcosa di divino, che ci chiede l’aiuto e la forza dello Spirito Santo. Comprendere vuol dire: prendere con sé il vissuto dell’altro, come il Signore ha preso sul serio la vita di ciascuno di noi per realizzala e darne un senso.
Francesco Di Corato