La Santità

http://www.cittacattolica.com/
LA SANTITA'
Recensione da Facebook del Sig. Nicola Coniglio indirizzato ai Prelati, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi......
-----------------------------------------------
Di solito, riserviamo la qualifica di santità alle figure umane che hanno realizzato in misura piena e sublimel’ideale di seguace di Cristo,l’eroe, il martire, l’asceta, l’uomo-campione,che si distacca dalla moltitudine e presenta una statura superiore singolare della personalità umanaingigantita non soloda uno sforzo ben riuscito nell’imitazione del Maestro divino,ma altresì da una preferenziale abbondanza di doni carismaticie da una mistica comunione con la vita stessa di Cristo,per la quale egli, il santo,può dire a buon diritto:«Per me, la vita è Cristo» (Fil 1,21).Cioè, abbiamo fatto dell’agiografia il paradigma della santità.Il Concilio rettifica questa concezione fenomenica e rara della santità,e ne riporta il concetto alle origini storiche,a quando cioè tutti i fedeli cristiani erano chiamati i «santi»;e alle origini teologiche dalla santitàconferita all’uomo dal battesimo e dagli altri sacramenti,mediante i quali ci è infusa quella misteriosa e operante presenza soprannaturaledi Dio santificante,che chiamiamo la grazia che ci fa santi, figli di Dio,consorti in qualche misura alla sua stessaineffabile e trascendente natura.Donde subito concludiamo:la santità è dono;la santità è comune e accessibile a tutti i cristiani.
La santità si manifesta come pienezza di vita,come felicità sconfinata,come immersione nella luce di Cristo e di Dio,come bellezza incomparabile e ideale,come esaltazione della personalità,come trasfigurazione immortale della nostra esistenza mortale,come sorgente di ammirazione e di letizia,come conforto solidale con il nostro faticoso pellegrinaggio nel tempo,come nostra pregustazione inebriantedella «comunione dei santi»,cioè della Chiesa vivente,che sia nel tempo,sia nell’eternità,è del Signore (cf. Rm 14,8-9)
È la santità, potremmo dire,una forma di vita fortemente stilizzatada un singolare gioco di due principi operativi,che la caratterizzano fino quasi a darle una certa evidenza.L’uno interiore, mediante il quale la coscienza,la libertà, l’iniziativa, la volontà morale,il temperamento personale esplicano una incessante tensione,uno sforzo tranquillo,ma senza tregua,per raggiungere la «virtus»,la perfezione nell’operare il bene,fino al rendimento massimo,perfino eroico talvolta,del quale il soggetto è capace.Mentre l’altro principio, esteriore,la legge, la regola,offre all’azione virtuosauna concreta osservanza, una disciplina, che vuole essere il riflesso della volontà superiore e sapiente,che dall’ordine trascendente del divino volerederivano la sua ispirazione e la sua effettiva bontà.Risulta così che il santo è il più libero e volontario degli uomini enello stesso tempo il più docile e obbediente;ed è proprio da questa originale composizionedi spontaneità e di uniformità alla norma stabilita,che la santità traspare come un’arte di vita,come un’armonia invidiabile,come un equilibrio ammirabile,che trasfigura una esistenza,per umile che sia,in un fenomeno morale di umana bellezza.PAPA PAOLO VI